Prestiti online per cattivi pagatori: migliori prodotti, offerte del 2024

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Un cattivo pagatore è un soggetto non proprio gradito alle banche e agli istituti di credito in generale. La motivazione è ben fondata: le banche stanno bene attente a rischiare il proprio capitale concedendolo in prestito a chi già in passato si è dimostrato un cattivo pagatore e non ha prontamente versato una o più rate di un finanziamento ottenuto in precedenza. Ma anche una persona in queste condizioni potrebbe avere bisogno di una certa somma di liquidità nel breve periodo, una cifra che magari non è in grado di ricavare nell’immediato tramite il proprio lavoro. Cosa si dovrebbe fare allora? Esiste un modo, anche per un cattivo pagatore, per ottenere un prestito personale e riguadagnare la fiducia delle banche? Quali sono i prodotti migliori a tale scopo?

Chi sono i cattivi pagatori

I cattivi pagatori sono tutti quei soggetti che, avendo in passato richiesto un prestito, un mutuo o una finanziaria, non sono poi stati in grado di saldare il loro debito o non hanno voluto farlo.

Oltre la cattiva volontà, che è un evento raro, i motivi per cui un utente si ritrova a saltare il pagamento di una o più rate del mutuo possono essere molteplici. Un esempio potrebbe essere la perdita del proprio posto di lavoro, che porta ad un momento di crisi economica personale con la conseguenza di non avere abbastanza denaro per poter pagare la rata alla sua scadenza. O ancora, l’aver contratto un numero eccessivo di debiti la cui somma è al di sopra delle entrate economiche del debitore. Qualunque sia la causa, se una rata mensile di un finanziamento non viene pagata, la banca ha il diritto di procedere contro il debitore iscrivendolo al registro dei cattivi pagatori, che è pubblico.

Chiunque, trovandone il nome all’interno, può decidere di non erogare più credito a un soggetto qui presente.

Le Centrali Rischi, ovvero i registri in cui vengono iscritti i nomi dei cattivi pagatori, possono essere sia appartenenti a enti pubblici, come quella fondata da Bankitalia nel 1962, oppure a privati, come il ben conosciuto Crif. L’accesso a questi database generalmente ha un costo che è molto contenuto, va dai 4 ai 17 euro. La cancellazione di un nominativo è possibile solo nel momento in cui qualsiasi debito è stato saldato.

Prestiti online per cattivi pagatori con cessione del quinto

Una volta segnalati nei database delle Centrali Rischi come cattivi pagatori, le possibilità di ottenere un ulteriore finanziamento si restringono e le garanzie che la banca richiede vanno ad aumentare. Ma se si ha bisogno urgente di una elevata cifra di denaro e si è già iscritti nel registro dei cattivi pagatori, una soluzione per superare questo difficile momento potrebbe essere quella di stipulare un contratto di prestito con cessione del quinto. Si tratta di una modalità di prestito molto particolare, rivolta ai lavoratori dipendenti e ai pensionati che comporta la trattenuta di una parte (fino a un quinto, appunto, ma al netto delle ritenute) dello stipendio o della pensione, al fine di pagare alla banca, tramite esso, le rate del finanziamento.

I prestiti con cessione del quinto hanno una durata ben precisa che va da un minimo di due anni (con 24 rate mensili) ad un massimo di 10 anni (con 120 rate mensili).

In ogni caso, la durata complessiva del prestito non può essere superiore a quella del contratto di lavoro da dipendente. Se il rapporto lavorativo viene interrotto precocemente, come nel caso di un licenziamento, anche il prestito personale deve essere estinto anticipatamente. L’unica eccezione a questa regola sono i dipendenti pubblici che, al termine del contratto di lavoro e l’inizio del pensionamento, possono scegliere liberamente se procedere con l’estinzione anticipata del prestito personale oppure tramutare la cessione del quinto dello stipendio in cessione del quinto della pensione.

A chi si rivolge questa forma di prestito

Per i pensionati già cattivi pagatori, la scadenza del contratto di prestito con cessione del quinto della pensione non può superare l’anno in cui il debitore raggiunge il novantesimo anno di età. Quindi, il prestito personale con cessione del quinto della pensione, soprattutto per quanto riguarda le grosse cifre, è rivolto principalmente ai pensionati “giovani”.

Molti istituti di credito limitano questa durata addirittura agli 85 anni di vita del pensionato, mentre altre riescono ad concedere 5 anni in più tramite un fondo previdenziale, arrivando ai 95 anni di età.

Oltre ai pensionati, possono accedere a questo tipo di prestito tutti i lavoratori dipendenti da enti statali, aziende pubbliche o anche private. Per quest’ultima categoria, la banca o qualsiasi altro ente che eroga il credito potrebbe richiedere delle garanzie ulteriori prima di poter concedere in prestito la cifra richiesta. In particolare, le banche hanno bisogno di verificare la solidità dell’azienda presso cui lavora colui che ha richiesto il prestito personale, in modo da non incorrere nel rischio di trovarsi ad avere a che fare con una società poco o per nulla puntuale nei pagamenti.

L’assicurazione

Per ottenere un prestito personale con cessione del quinto, è obbligatorio stipulare anche una polizza assicurativa. Nel caso di un pensionato, dove abbiamo un’assicurazione per il “rischio vita”, la polizza assicura in un certo senso gli eredi del debitore, che così non hanno più il dovere di estinguere il debito dell’ormai defunto parente. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, la polizza assicurativa riguarda il “rischio impiego”. In questo caso, l’assicurazione copre il lavoratore che ha perso il suo impiego ma ha comunque diritto a rivalersi nei suoi riguardi trattenendo il TFR (Trattamento di fine rapporto) già maturato dal lavoratore.

Caratteri peculiari del prestito con cessione del quinto

Il motivo per cui anche un cattivo pagatore può facilmente richiedere e ottenere un prestito con cessione del quinto, risiede nel fatto che la quota da pagare mensilmente per restituire il prestito viene trattenuta direttamente dalla busta paga o dalla pensione.

Non è il debitore a dover provvedere al pagamento delle singole rate mensili ma è la società per cui lavora che si occupa di farlo al posto suo.

In questo modo viene completamente superato il pericolo che il debitore non salti il pagamento di qualche rata, poiché non è più lui stesso ad occuparsene. Il fatto che sia l’azienda, magari una molto importante con solide basi, a dover trattenere una parte dello stipendio e a versarla al posto del debitore, rappresenta per le banche forse una delle migliori garanzie possibili. Tuttavia, un fattore di rischio ancora persiste: essendo la cessione del quinto dello stipendio assolutamente un atto volontario, il debitore ha comunque la facoltà di interromperla in qualsiasi momento lo desidera. Facendo questo, però, aggrava maggiormente la sua condizione di cattivo pagatore e soggetto sgradito alle banche.

Il ruolo del datore di lavoro

Quando un dipendente richiede un prestito con cessione del quinto dello stipendio, qualora la banca lo accetti, il datore di lavoro ha l’obbligo di accettare di adempiere ad alcuni importanti compiti.

Egli deve provvedere, mese dopo mese, a trattenere dalla busta paga del suo dipendente la cifra esatta che serve a pagare la rata mensile del prestito personale e a versarla personalmente all’ente presso cui è stato richiesto il finanziamento.

Questo obbligo persiste per tutta la durata del rapporto di lavoro. Nel momento in cui questo dovesse cessare, vuoi per un licenziamento o per qualsiasi altra causa, il datore di lavoro non è più obbligato a provvedere al pagamento delle rate mensili. Tuttavia, egli deve trattenere e versare alla banca ogni somma nel frattempo maturata dal dipendente che ha richiesto il prestito: trattamento di fine rapporto, ferie non godute, tredicesima e ultimo stipendio. Questo denaro verrà utilizzato dalla banca per rientrare totalmente, o anche solo parzialmente, del credito nei confronti del soggetto a cui ha erogato il finanziamento.

In ogni caso, questa figura non è mai ritenuta responsabile dei mancati pagamenti del proprio dipendente e non sostituisce in alcun modo la figura del garante. Egli è solo un incaricato al pagamento.

Prestiti per cattivi pagatori: altre modalità

La cessione del quinto non è il solo modo con cui un cattivo pagatore può ottenere un prestito personale online. Esistono anche altre forme di prestito personale, come per esempio la firma apposta sul contratto di prestito da un garante che si prenderà la responsabilità di coprire eventuali insolvenze. O ancora, un cattivo pagatore può ottenere un prestito tramite cambiali. In questo caso, la garanzia per la banca è rappresentata proprio dai beni personali del debitore che possono essere pignorati in caso di insolvenza.

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