Indice dei contenuti
- 1 Reddito
- 2 Lavoro
- 3 Cattivi pagatori e protestati
- 4 Cancellare il proprio nome dalla Centrale Rischi
- 5 Prestiti in corso
- 6 Richieste multiple
- 7 Rifiuti precedenti
- 8 Garante
- 9 Prima richiesta di prestito
Finalmente ci si è decisi. Dopo aver fatto i confronti tra i vari preventivi disponibili online, dopo aver passato del tempo a raccogliere molte informazioni su tutto quanto concerne il mondo dei prestiti online, finalmente si è pronti ad inoltrare la propria richiesta di finanziamento alla banca prescelta. Si compilano e si firmano i vari moduli necessari, si allegano i documenti e si aspetta pazientemente l’esito. Poi lo si va a guardare e… respinto! Cosa può essere successo? Quali sono i motivi che hanno spinto l’istituto di credito a negare il finanziamento? Ci sono dei modi per porre rimedio a questa situazione e ottenere comunque il capitale richiesto? Iniziamo con l’indagare, uno per uno, i vari fattori che la banca prende in considerazione prima di decidere se concedere oppure rifiutare la richiesta di prestito personale online.
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Reddito
Si tratta del motivo principe per cui un prestito viene negato.
Le entrate economiche del richiedente devono essere sufficienti a garantire alla banca che il cliente possa effettivamente restituire il capitale e pagare gli interessi.
Di norma, la rata di un prestito non deve superare il 33% delle entrate mensili del soggetto. Un prestito con rate mensili superiori a suddetta soglia portano automaticamente alla negazione del credito. Come risolvere quindi? Poichè il reddito non può essere aumentato facilmente, l’unica cosa da fare è intervenire direttamente sulla rata mensile per abbassarla. Ciò può essere fatto in due modi: richiedere in prestito una somma inferiore per avere rate più basse; oppure aumentare la durata del contratto, aggiungendo qualche rata in più ma riducendo l’importo delle stesse.
Attenzione: aumentando il numero di rate aumenteranno pure gli interessi. Valutare bene quante mensilità aggiungere.
Lavoro
Anche il tipo di lavoro svolto incide sui motivi che possono indurre una banca a rifiutare un prestito personale.
Un dipendente full-time, assunto a tempo indeterminato, con un ottimo stipendio, inserito in una solida azienda è di sicuro un cliente bene accetto dalle banche.
Tuttavia, non tutti si trovano in questa situazione ideale. Un lavoro precario, un contratto di lavoro a tempo determinato ormai prossimo alla scadenza, un’azienda sulla via del fallimento sono tutti motivi per cui la banca può rifiutare di concedere il prestito in quanto potenzialmente potrebbero venire a mancare le condizioni economiche necessarie per coprire interamente l’importo delle varie rate mensili.
Cattivi pagatori e protestati
Se in passato si è già richiesto un prestito che poi non è stato restituito secondo i tempi previsti, la banca ha sicuramente provveduto a registrare il nominativo del debitore nei database della Centrale Rischi. Oppure, nel caso di un prestito cambializzato, se il debitore ha pagato in ritardo anche una sola delle cambiali mensili, egli potrà essere stato inserito dalla banca nell’elenco dei protestati. In entrambe queste situazioni si diviene subito soggetti sgraditi agli istituti che erogano il credito.
L’aver dimostrato già una volta di essere cattivi pagatori allerta subito la banca sulla possibilità che questa situazione possa verificarsi nuovamente in futuro e quindi il prestito viene negato.
Per poter nuovamente richiedere un finanziamento, bisogna prima provvedere alla cancellazione del proprio nominativo da questi elenchi.
Cancellare il proprio nome dalla Centrale Rischi
Un cattivo pagatore iscritto nei database della Centrale Rischi difficilmente otterrà un nuovo finanziamento. Per far sì che le banche siano disposte a concedergli nuova liquidità in prestito, il debitore deve provvedere a far rimuovere il proprio nominativo da questi elenchi.
Questo non può avvenire se a carico del soggetto risultano ancora dei debiti non saldati.
Prima di richiedere la cancellazione, quindi, è necessario provvedere a restituire il denaro ricevuto in prestito, pagare gli interessi e le eventuali more. Solo così la richiesta potrà essere accolta. Fatto ciò, bisogna attendere 36 mesi dalla data in cui ogni debito è stato ripagato. Questo è il tempo massimo stabilito dalla legge per la cancellazione automatica di un nome dalla Centrale Rischi.
Quando un prestito viene rifiutato, il nominativo di chi lo ha richiesto rimane in questi database per un totale di 30 giorni a partire dalla data in cui è stato comunicato l’esito negativo della richiesta.
Prestiti in corso
Avere già un prestito in corso può essere motivo di rifiuto, da parte della banca, di concedere un ulteriore finanziamento. Porre la persona richiedente nella condizione di dover provvedere al pagamento di un’ulteriore rata mensile, specie se almeno una delle due è di importo considerevole, non fa altro che aumentare il rischio di insolvenza da parte del debitore. Per questo motivo le banche evitano il sovraindebitamento, per non ritrovarsi con un cliente che, a causa delle troppe uscite monetarie, non riesce più a trovare il denaro sufficiente per pagare puntualmente ogni debito. L’unica soluzione, in questi casi, è estinguere prima il prestito in corso (anche con chiusura anticipata, se possibile) e poi chiedere un altro finanziamento.
Richieste multiple
Potrà sembrare strano, ma in effetti avviene anche questo.
Se risulta che il soggetto abbia fatto richiesta di prestito contemporaneamente a più istituti di credito contemporaneamente, questi possono, proprio per questo motivo, respingere la richiesta.
Come fare allora? Preferire, innanzitutto, le banche online che consentono di ottenere preventivi in maniera del tutto anonima, senza preventivamente doversi registrare o fare il login al sito della banca. In alternativa, far trascorrere almeno 30 giorni tra una richiesta di prestito e la successiva.
Rifiuti precedenti
Se si fa richiesta di prestito e questo viene rifiutato, la banca provvede a inserire il nominativo del richiedente nei SIC (sistemi di informazione creditizia) della Centrale Rischi. Da questo momento, occorrono esattamente 30 giorni prima che il nome della persona venga rimosso automaticamente dal database. Per non incorrere in un ulteriore rifiuto, quindi, è necessario effettuare una seconda richiesta di prelievo non prima di un mese esatto dal momento in cui è giunta la comunicazione che la precedente richiesta è stata respinta.
Garante
La firma di un garante, nella stragrande maggioranza dei casi, è il modo più semplice e rapido per ottenere un prestito anche se si è cattivi pagatori. Ma la scelta di quest’ultimo deve essere ben oculata in quanto un garante non idoneo sarà motivo di rifiuto della richiesta di prestito. A titolo di esempio, il garante deve avere una situazione economica adatta a sopperire alla mancanza di pagamento delle rate da parte del debitore, non deve essere egli stesso un cattivo pagatore e non deve aver contratto troppi debiti che potrebbero rendere difficile il reperimento di fondi monetari per espletare il ruolo per lui stabilito dal contratto.
Una richiesta di prestito può essere respinta dalla banca se il richiedente stesso, in passato, è stato un garante di cattivi pagatori o di protestati.
Fare dunque attenzione sia a scegliere il garante più idoneo tra i propri conoscenti, che rispetti tutte le caratteristiche richieste dagli istituti di credito, sia a selezionare con cura le persone per le quali assumere il ruolo di garante per le loro richieste di prestito.
Prima richiesta di prestito
Se non si è mai richiesto e ottenuto un prestito fino ad ora, magari perché si è molto giovani, il proprio nome non risulterà in nessun database dei Sistemi di Informazione Creditizia. In casi come questo, le banche, pur di non ritrovarsi tra i propri debitori un probabile cattivo pagatore, preferiscono non concedere il prestito.
Non avendo alcun tipo di informazione finanziaria sul richiedente, gli istituti di credito non possono aver certezza di aver a che fare con un soggetto che pagherà puntualmente tutte le rate mensili previste e dunque negano il finanziamento richiesto per non mettere a rischio il proprio capitale.
Ci sono soluzioni per ottenere della liquidità anche se non si è ancora censiti dalle banche? Naturalmente. La prima cosa da fare è trovare un garante che firmi il contratto di prestito e si ponga a tutela della banca qualora il richiedente stesso si rivelasse poi un cattivo pagatore. Il garante, come già detto, va scelto in maniera oculata e deve essere necessariamente in possesso di tutti i requisiti previsti per poter assumere questo importantissimo ruolo. Un garante che è a sua volta sconosciuto ai Sistemi di Informazione Creditizia verrà respinto dalla banca ed il prestito richiesto con la sua firma rifiutato.
In aggiunta, si può richiedere un finanziamento che, oltre alla firma del garante, offra alla banca anche altre garanzie che la rassicurino sul rientro del capitale concesso in prestito.
Queste soluzioni sono il prestito da restituire per mezzo di cambiali, che però ha un costo complessivo maggiore rispetto ad un prestito qualsiasi, ed il prestito mediante cessione del quinto dello stipendio.
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